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Sanità, Lorezin: in tempo per riflessione su Ai e atto medico

Roma, 17 nov - "I benefici li conosciamo tutti, cioè sappiamo quanto l'intelligenza artificiale possa aiutarci nella ricerca, e quindi nella capacità di calcolo e di processare un'immensità di dati che poi devono essere utilizzati per la programmazione sanitaria, per la ricerca e la prevenzione. Ma i rischi quali sono? È il limite, di cui ancora nessuno si sta occupando, tra intelligenza artificiale e atto medico, cioè chi decide se una cura è troppo costosa e a chi darla". Cosi Beatrice Lorenzin, senatrice Pd, che ha promosso nella Sala Isma di Santa Maria in Aquiro il convegno "Algoretica e sanità. L'Ia nella relazione di cura". "Oggi , aggiunge l'ex ministra della Salute - noi abbiamo un sistema universalistico in cui è il medico che decide fino a che punto può sperimentare e provare a curare un paziente. Se l'algoritmo dovesse funzionare per costi-benefici, è evidente che tutta una gamma di pazienti sarebbero tenuti fuori e questo è esattamente il contrario della dimensione umana e etica che noi diamo a un sistema sanitario universalistico. L'altra domanda: la Ia dice di fare una cosa e il medico ne vuole fare un'altra: chi vince tra i due? Chi ha ragione? E se il medico fa una cosa diversa e poi viene denunciato, la responsabilità giuridica a chi appartiene? Al medico o all'intelligenza artificiale? Sembrano domande banali ma non lo sono per nulla, nel momento che noi decidiamo che con l'algoritmo e con la digitalizzazione dei dati organizziamo il nostro sistema di programmazione sanitaria o decidiamo a chi erogare per esempio dei farmaci". "È molto importante oggi - conclude Lorenzin- quando ancora siamo in tempo, non solo porci queste domande ma trovare anche un meccanismo e un confine regolatorio su come dare delle risposte". (Po / Roc) ////

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